In occasione della Giornata Mondiale della Danza, si è tenuto questa mattina a Roma presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura l’evento “DANZARE PER LA VITA – La formazione dei giovani attraverso la danza: un modello contro la violenza sulle donne”, promosso da AIDAF – Associazione Italiana Danza Attività di Formazione.
L’incontro, dedicato a Micaela Masella, membro del Consiglio Direttivo di AIDAF, tragicamente scomparsa nel 2016, ha rappresentato un importante momento di riflessione e confronto sul ruolo della danza come strumento educativo e sociale nella lotta alla violenza di genere, coinvolgendo autorevoli esponenti del mondo della danza, della cultura e delle istituzioni.
Ad aprire i lavori è stata Amalia Salzano, Presidente AIDAF, che ha sottolineato l’importanza della formazione artistica dei giovani come veicolo di valori fondamentali quali rispetto, autodisciplina, consapevolezza e condivisione: “Tutti hanno accolto con entusiasmo il nostro incontro, che affronta un tema tanto delicato in una giornata simbolica e festosa come la Giornata Internazionale della Danza. Da molti anni AIDAF è in prima linea su questioni sociali sensibili legate alla crescita e allo sviluppo dei ragazzi. La danza, come tutte le arti dello spettacolo, ha un grande valore, ma è soprattutto nell’ambito della formazione che riveste un ruolo fondamentale – ha dichiarato la presidente AIDAF, Amalia Salzano – le scuole di danza possono diventare luoghi privilegiati in cui educare alla disciplina, alla condivisione, al rispetto degli altri e di sé stessi. Chi si occupa della formazione dei giovani ha una responsabilità enorme, che non può essere sottovalutata“.
Il valore istituzionale e culturale dell’evento è stato sottolineato dalla partecipazione di figure di primo piano del panorama politico e artistico italiano. In particolare, l’On. Federico Mollicone, Presidente della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati e l’On. Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, hanno voluto essere presenti per rimarcare il ruolo fondamentale dell’educazione artistica nella formazione dei cittadini del futuro, riconoscendo la danza come strumento di crescita personale e contrasto alla violenza di genere. Presenti anche Angela Colmellere, Consigliere del Ministro Carlo Nordio presso il Ministero della Giustizia e Consigliere del Ministro Giuseppe Valditara presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, e Mvula Sungani, Consigliere per la Danza del Ministero della Cultura per ribadire il ruolo centrale della prevenzione, anche attraverso le arti, nella lotta alla violenza di genere. Accanto a loro anche il Presidente dell’AGIS Francesco Giambrone e il Presidente di Federvivo Marco Parri che hanno voluto portare il sostegno del mondo dello spettacolo dal vivo all’iniziativa, sottolineando come il sistema culturale debba farsi carico del proprio ruolo educativo e trasformativo.
Il presidente dell’AGIS, in particolare, ha voluto rimarcare come troppo spesso lo spettacolo viene descritto in termini di profitto e ragionieristici, e le associazioni di categoria come custodi di conservazione. Ha però precisato che non è così, sottolineando come Agis e le tante associazioni di categoria siano quelle che, nella Giornata internazionale della Danza, parlano della violenza di genere, incontrano ogni giorno migliaia di ragazzi nelle scuole del Paese e cercano di farli crescere come cittadini migliori.
“Credo che il modo più bello per festeggiare la Giornata internazionale della Danza sia questo, parlare e far capire come lo spettacolo, la cultura sono un momento importante, fondante della crescita delle persone”. Lo ha sottolineato Francesco Giambrone, Presidente dell’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), intervenendo presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura all’evento “Danzare per la vita – La formazione dei giovani attraverso la danza: un modello contro la violenza sulle donne” promosso dall’AIDAF (Associazione Italiana Danza Attività di Formazione). Focus dell’incontro il ruolo che può avere la danza, e, in particolare, le scuole di danza, nella crescita dei giovani per combattere la violenza sulle donne. “I teatri – sottolinea Giambrone – servono anche a formare gli individui nel loro essere cittadini, nel loro essere parte di una comunità, quindi è bello che si discuta di questo oggi. Siamo stanchi di leggere ancora oggi articoli in cui si parla del mondo dello spettacolo e del mondo della cultura solo in termini di profitto, in termini ragionieristici, in termini di costi, incassi, ricavi: qualcuno, ancora oggi sui giornali, sostiene che le associazioni di categoria sono i custodi di una conservazione, i custodi di un passato; non è vero, Agis e le tante associazioni di categoria sono questo, sono quelle che nella Giornata internazionale della Danza parlano della violenza di genere, sono quelle che ogni giorno incontrano migliaia di ragazzi nelle scuole di questo Paese e provano a farli crescere come cittadini migliori”.
Il Presidente di Federvivo, Marco Parri, ha sottolineato l’importanza della formazione e ha ribadito il sostegno della Federazione dello Spettacolo dal Vivo ad AIDAF, affinché la prossima riforma del settore preveda il riconoscimento ufficiale della figura degli insegnanti di danza. Tale riconoscimento, secondo Parri, risulta fondamentale non solo per la qualificazione professionale degli insegnanti stessi, ma anche per garantire la sicurezza degli allievi e offrire alle famiglie la certezza di affidare i propri figli a scuole in grado di valorizzare pienamente i principi educativi della danza.
L’étoile Liliana Cosi, presente all’incontro, dopo aver letto il messaggio di Mikhail Baryshnikov per la giornata Internazionale della Danza, ha condiviso con il pubblico la sua esperienza e la sua visione del potere della danza, capace di forgiare i caratteri, educare alla disciplina, lavoro di squadra e al rispetto reciproco.
Nel corso dell’evento è stato inoltre presentato il Manifesto Nazionale della Danza contro la Violenza sulle Donne, un documento con cui AIDAF si impegna a lavorare in rete con tutte le scuole di danza italiane, per promuovere un’azione educativa capillare e condivisa. Il Manifesto mira a contrastare gli stereotipi e i meccanismi culturali alla base della violenza di genere, attraverso una formazione che metta al centro il rispetto, l’empatia e la parità.
Hanno preso parte all’evento anche la Psicologa Maria Francesca Trulli e Roberta Albano, Docente di Storia della Danza in rappresentanza dell’Accademia Nazionale di Danza, offrendo spunti di riflessione sul valore educativo della danza dal punto di vista psicopedagogico e storico-culturale.
L’incontro è stato moderato dal Segretario Generale dell’AGIS, Domenico Barbuto. L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva di operatori del settore, educatori, allievi delle scuole di danza, artisti e rappresentanti del mondo culturale, creando un dialogo costruttivo sul valore della danza come presidio educativo e strumento di cambiamento sociale.
Con “DANZARE PER LA VITA”, AIDAF ha voluto rinnovare il proprio impegno nel sociale e lanciare un messaggio forte: l’arte, e in particolare la danza, può e deve avere un ruolo attivo nella costruzione di una società più giusta, consapevole e rispettosa.
“Le danze che ammiriamo sul palcoscenico, con i loro virtuosismi, la grazia e l’armonia dei movimenti, sono solo la parte visibile di un percorso lungo, rigoroso e profondamente formativo. Un percorso che inizia spesso in età preadolescenziale, attraversando fasi cruciali dello sviluppo umano. In quei momenti così delicati e determinanti nella crescita di una persona, la danza non è solo tecnica, ma diventa educazione alla bellezza, alla disciplina, al rispetto dell’altro e di sé stessi – ha dichiarato la presidente di AIDAF, Amalia Salzano a margine dell’evento, descrivendo quanto è emerso durante l’incontro – La formazione coreutica ha quindi una responsabilità educativa profonda. Non possiamo, e non vogliamo, ignorarla di fronte a una piaga grave e diffusa come la violenza di genere. Come settore, abbiamo gli strumenti per incidere, per essere parte attiva di un cambiamento culturale. Ed è nostro dovere esserne consapevoli. Le scuole di danza sono luoghi in cui si formano non solo artisti, ma cittadini. Luoghi in cui si impara a collaborare, ad ascoltare, a sostenersi reciprocamente. Valori che possono e devono diventare antidoti alla violenza. È quindi fondamentale investire nella formazione, studiare e promuovere strategie educative efficaci persensibilizzare i più giovani, per accompagnarli nella costruzione di relazioni fondate sul rispetto e sulla parità”.