Il segretario regionale dell’Agis Emila Romagna, Claudio Reginelli, parla sulle pagine del Resto del Carlino di Bologna della crisi, delle richieste ai Comuni e delle prospettive per uscire dal tunnel dell’emergenza Coronavirus.
«Francamente non mi sono mai trovato di fronte a un abisso di queste proporzioni». Claudio Reginelli è il segretario regionale dell’Agis Emilia Romagna , l’associazione che raggruppa e rappresenta gli imprenditori dello spettacolo. Lavora all’Agis dal 1982 e di momenti di crisi ne ha visti. Ma come in questo momento storico, mai.
Situazione drammatica per Io spettacolo.
«Dal 23 febbraio è tutto chiuso: cinema, teatri, lo spettacolo viaggiante… un disastro totale».
Un’economia a picco.
«Basta pensare ai numeri: più di 10mila dipendenti in regione, 200milioni di fatturato fra i vari settori».
Come vi state muovendo?
«A tutti i livelli: Stato, Regioni e ora Comuni. Chiediamo interventi affinché una volta terminata l’emergenza si possano traghettare tutti al di là della crisi profonda».
Facciamo l’esempio del nostro Comune: costi?
«Non è così oneroso sostenere il nostro settore, ma sarebbero interventi fondamentali».
Nel dettaglio: cosa chiedete?
«Sospensione della Tari: se non si producono rifiuti darei quasi per scontata un’esenzione. Una riduzione dell’Imu sulle sale cinematografiche e teatrali, agevolazioni sui canoni di locazione per gli spazi di proprietà comunale».
Risposte? «Abbiamo aperto un tavolo con la Regione coordinato dal’assessore Mauro Felicori. Ma un calcolo preciso sulle perdite si potrà fare solo al momento della riapertura».
Ci dia un’idea, almeno.
«Nel periodo tra il 23 febbraio e il 31 marzo solo per il cinema una perdita di 3 milioni e mezzo a livello regionale».
Quando le sale riapriranno, e speriamo che accada al più presto, ci troveremo comunque in quella stagione ‘calda’ dannosissima per il cinema in Italia.
«Però la scorsa estate con il progetto Moviment le sale non si sono svuotate, ci sono stati anche tanti blockbuster hollywoodiani… c’è anche da dire che quando si ripartirà forse gli spettatori stessi avranno qualche difficoltà psicologica ad entrare in una sala. Va considerato anche questo fattore. Comunque l’estate è importante anche per il lavoro delle arene, anche se si tratta di una nicchia. Speriamo».
E l’idea sempre più diffuse di far uscire direttamente alcuni film In streaming?
«Ci sono confronti a livello nazionale tra Anec (esercenti) e Anica (produttori): questi ultimi spingono verso questa soluzione. Da noi esiste una ‘finestra’: deve trascorrere un certo lasso di tempo tra la programmazione di un film in sala e la trasmissione in tv. Con un accordo tra le parti, con una deroga si potrebbe ristudiare il problema. Ma certo riguarderebbe un numero esiguo di titoli e forse non quelli più ‘attesi’».
Lei, ReginaIII, cosa ne pensa?
«lo mi auguro che non si vada in questa direzione, penso che la sala rimanga uni luogo privilegiato, unico nel trasmettere l’emozione del cinema»
Riaprire con mille limitazioni…
«Si immagina entrare in una sala con amuchina e mascherina… Piuttosto, ma questo è il mio parere personale, meglio aspettare una settimana in più e riaprire con tutti i crismi della normalità e della sicurezza. Come facevamo nell’era pre-virus».