09.02.2021 –L’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici (ANEC), unitamente alla Federazione Italiana Cinema d’Essai (FICE) e all’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC), si rivolgono al Governo Draghi affinché si disponga la riapertura di cinema e teatri su tutto il territorio nazionale al termine del vigente DPCM.
Rappresentanti delle istituzioni, artisti e professionisti dell’industria e soprattutto il pubblico delle sale hanno manifestato a gran voce nelle ultime settimane, con ogni strumento a disposizione, l’improrogabile desiderio di tornare a condividere cultura e spettacolo nei luoghi deputati, uscendo dal confinamento domestico dopo mesi e mesi di limitazioni e facendo finalmente ripartire un’industria essenziale per il benessere economico, occupazionale e psicofisico della nazione.
Il Presidente ANEC, Mario Lorini, rivolge “un sentito ringraziamento al Ministro Franceschini per il sostegno fondamentale garantito alle imprese e ai lavoratori in questi mesi di chiusura, consentendo di sopravvivere ad uno dei periodi più bui mai conosciuti. “Le linee guida fissate lo scorso maggio con le Autorità sanitarie”, prosegue, “identificano le sale cinematografiche come luogo sicuro, senza aver rilevato alcun contagio diretto conclamato, grazie all’adozione di misure per la gestione del pubblico e degli ambienti che si sono rivelate efficaci e sostenibili”.
“Le società di produzione e distribuzione, gli autori e gli attori hanno inoltre condiviso la necessità di ripartire quanto prima, sottolineando la disponibilità di tanti film di rilievo, dalle produzioni più commerciali ai film d’autore, in particolare dei film italiani più attesi dal pubblico”.
“Pertanto”, concludono le Associazioni dell’Esercizio cinematografico, “nel pieno rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione e con mirate forme di sostegno alla ripartenza chiediamo al nuovo Governo di condividere con convinzione l’esigenza di tornare ad assaporare al più presto l’emozione unica di un film su grande schermo attraverso misure di ampio respiro, non circoscritte nel tempo, tali da riavviare i motori di un’industria in ginocchio e da consentire al pubblico un riavvicinamento graduale verso quella normalità che soltanto la campagna di vaccinazione in corso consentirà di ritrovare”.