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CORONAVIRUS, VIA LIBERA DEL GOVERNO AL DECRETO LIQUIDITÀ

06.04.2020 – Un decreto per la liquidità. Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi un pacchetto di norme che punta a garantire alle imprese “grandi, medie e piccole” come detto dal premier Giuseppe Conte “un flusso di risorse”. Ecco in sintesi le misure contenute nel provvedimento. Due altri decreti assicurano benefici anche per le scuole e proteggono le aziende italiane da scalate ostili. (CLICCA QUI PER LEGGERE IL COMUNICATO UFFICIALE DEL GOVERNO).

Rinviati i pagamenti
Il governo sospende “vari pagamenti fiscali e contributivi” che gravavano sulle imprese; e alcune “ritenute” che cadevano invece sulla testa dei lavoratori autonomi (tra aprile e maggio). Lo Stato, per il momento, rinuncia a incassare 10 miliardi di euro. In particolare, le ritenute sospese ammontano a circa 4,3 miliardi (2,5 miliardi per aprile, inclusi i 950 milioni già sospesi dal decreto Cura Italia, e 1,771 miliardi per maggio, inclusi i 79 milioni già sospesi). A questi importi, andrà aggiunta l’Iva per 4,48 miliardi (2 miliardi per aprile e 2,4 miliardi per maggio).

I tablet negli istituti
Dopo un monitoraggio, il decreto stanzia 85 milioni di euro in favore delle scuole. “Risorse che possono essere spese subito”, dice la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Di questi 85 milioni, settanta permetteranno agli istituti di acquistare “tablet e pc” in modo da organizzare meglio la didattica a distanza. Beneficiari saranno “gli studenti meno abbienti. Bisogna garantire – aggiunge la ministra – il diritto costituzionale di accesso alla scuola”.

La sicurezza nazionale
Le imprese italiane, fiaccate dalla bufera economica, rischiano di diventare preda di colossi internazionali. Per contrastare “scalate ostili”, il governo rende più alto il muro protettivo assicurato dalle norme golden power. La protezione investirà anche aziende attive nei settori “finanziario, dell’energia, dei trasporti, dell’acqua, della sicurezza alimentare, dell’agricoltura”.

Il Fondo centrale di garanzia
Da sempre, migliaia di imprese e professionisti faticano a ottenere prestiti perché non possono offrire in cambio delle garanzie (come ad esempio sono gli immobili). Per questo, risorse nazionali ed europee finanziano un Fondo centrale di garanzia, che offre una copertura pubblica ai finanziamenti concessi da banche, società di leasing e intermediari finanziari.

Gli importi degli aiuti
In generale, il Fondo centrale di garanzia viene rafforzato con una iniezione di liquidità di 1,5 miliardi di euro. In questo modo, la platea dei beneficiari includerà le aziende fino a 499 dipendenti. Prestiti (con scadenza fino a 6 anni) – per importi fino agli 800 mila euro – saranno garantiti al 100% (per il 90% dallo Stato e per il 10% da Confidi). Prestiti fino a 5 milioni di euro beneficeranno di una garanzia al 90%.

Il nuovo fondo di Sace
“Adesso – ha spiegato il ministro dell’Economia, Guatieri – creiamo una task force che metterà in piedi, in pochi giorni, un secondo fondo”. Il nuovo serbatoio farà capo alla Sace, braccio operativo della Cassa Depositi e Prestiti, società specializzata nel settore assicurativo e soprattutto finanziario. In concreto, il nuovo fondo concederà garanzie “a banche, istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e altri soggetti abilitati all’esercizio del credito”. Queste garanzie potranno arrivare fino 200 miliardi di euro, “di cui almeno 30 miliardi a supporto di piccole e medie imprese” (inclusi i lavoratori autonomi e i liberi professionisti titolari di partita Iva).

Il settore crocieristico
Banche e istituzioni finanziarie dunque saranno molto più tranquille – quando concederanno prestiti – perché questi saranno garantiti dal Fondi di garanzia e anche dalla Sace. A sua volta, la Sace beneficia della copertura dello Stato. E lo Stato – in questo meccanismo a piramide – incoraggia Sace a supportare le nostre imprese del settore crocieristico e della difesa. In questi due ambiti, lo Stato è disposto a mobilitare fino a 8 miliardi.

Lo slancio all’export
Il decreto liquidità crea anche un gruppo di lavoro che premierà le imprese capaci di approdare o di ritornare sui mercati internazionali attraverso le esportazioni. Nasce il “Comitato per il sostegno pubblico all’esportazione”. Sarà presieduto dal Direttore generale del Tesoro e dal Direttore generale degli Affari esteri.