11.04.2020 – Francesco Mario Perrotta (Italiafestival) parla all’AGI della situazione dei festival italiani nel periodo del Coronavirus. “C’è una sostanziale tenuta per il momento dei programmi. I festival si tengono per lo più da maggio in avanti e stiamo già lavorando duramente per mantenerli tutti”. Italiafestival rappresenta 29 manifestazione e 5 reti festivaliere, compresi il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Napoli Teatro Festival, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Ravenna Festival. L’obiettivo, in attesa delle misure sul governo per l’uscita della crisi, soprattutto quelle di natura socio-sanitaria, è quello di confermare tutti gli appuntamenti previsti per il 2020. Per i festival programmati in primavera, spiega Perrotta, “stiamo già lavorando per il rinvio”
Ovviamente resta forte l’impatto che l’epidemia di Covid-19 con il conseguente stop alle attività ha provocato, sia sul piano, economico che organizzativo. “Ci sarà innanzitutto difficoltà a confermare gli artisti stranieri”, continua il presidente di Italiafestival. “Si potrà sostituirli con altrettanto validi artisti italiani o cancellare iniziative all’interno degli eventi, il singolo spettacolo o il singolo concerto, provando magari a realizzare l’iniziativa in streaming”. E’ facile prevedere un calo degli incassi, considerando l’ipotesi concreta di limitazioni alla presenza pubblico. “Stiamo già organizzandoci per individuare le forme per rispettare le presumibili avvertenze da parte del governo. Una soluzione è quella di privilegiare la realizzazione di iniziative in spazi aperti”. Resta l’interrogativo delle sponsorizzazioni. In un festival medio con un budget che si aggira tra i 500mila e il milione di euro, metà delle risorse arriva da contributi pubblici e privati. “Agli sponsor – spiega il presidente di Italifestival – stiamo dicendo di confermare la loro presenza. Ma è evidente che in alcune realtà sarà più semplice, in altre più complicato, penso alle zone lombarde, con imprenditori che hanno difficili problemi da risolvere”.
Un ruolo, importante dovrà farlo la politica. “Il governo tra qualche settimana ci dovrà dire se gli assembramenti saranno possibili e in che modo. Questa è la domanda di fondo”, spiega Perrotta. Poi serviranno gli aiuti. Il presidente di Italiafestival parla soprattutto della necessità di una deroga ai criteri di valutazione classici di attribuzione del Fondo unico per lo spettacolo, la principale fonte di sostegno alle manifestazioni dal vivo. “Bisogna sostenere tutto quel mondo che non rientra nel Fus”, dice. Ma viene proposta anche la possibilità di spacchettare i calendari, di “cominciare il festival in un dato periodo, interromperlo, riprenderlo dopo giorni o magari di arrivare eventualmente con alcuni eventi nel 2021”. Un modo per agevolare la riorganizzazione ed evitare un sovraffollamento di offerta in autunno. Si chiede il ritorno alla vecchia norma che prevedeva il 2 per mille al mondo delle associazioni culturali, l’estensione della platea dei soggetti che possono godere dell’art bonus, il credito d’imposta per il mecenatismo, e una forte sburocratizzazione.
“La risposta del governo c’èstata”, spiega ancora Perrotta, riferendosi soprattutto ad un provvedimento annunciato dal Mibact per definire meglio deroghe al Fus. “Ha accolto il nostro grido d’allarme. Ora ci aspettiamo un segnale ulteriore che dovrebbe materializzarsi nei prossimi giorni”. Tra le risorse disponibili ora ci sono 130 milioni del fondo di emergenza messi a disposizione dal decreto Cura Italia, riservati a tutto il mondo della cultura, dal cinema ai teatri. “Sono un segnale positivo ma non bastano”, dice Perrotta. E bisogna decidere “quanti andranno ai soggetti Fus e quanti ai non Fus”. Secondo quanto previsto fino ad oggi, il Festival di Spoleto, inizialmente programmato tra giugno e luglio, dovrebbe tenersi a fine mestate. Il Napoli Teatro Festival programmato tra giugno e luglio è slittato a settembre. Si lavora per spostare le date del Puccini Festival di Torre del Lago, a settembre. Andrà più avanti anche l’evento di Ravenna. Si cerca una soluzione anche per le zone più duramente colpite dall’epidemia di coronavirus. Il Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo, programmato da aprile potrebbe slittare a settembre e ottobre. Perchè, come sottolinea Perrotta, “ogni festival che chiude è un problema per tutti, un impoverimento culturale per tutto il Paese”. Soprattutto dove c’è bisogno di ripartire con più forza.