24.04.2020 – “Questo è il momento anche per noi di cogliere l’occasione di uno stop forzato per formarci ancora di più, su altri livelli, condividere, per poi ripartire più forti di prima”. Manifesta una buona dose di fiducia nel futuro Paolo Stratta, presidente dell’Acci, l’Associazione Circo Contemporaneo Italia, che all’Agi ha deciso di raccontare il momento difficile di interruzione delle attività del suo comparto, come di tutto lo spettacolo dal vivo. L’Acci raggruppa soggetti che rappresentano a 360 gradi tutto quello che è il mondo del circo contemporaneo nel nostro Paese, dalle attività formative alle compagnie, al lavoro sotto il tendone o nelle sale, dalle scuole di alta formazione ai circuiti che distribuiscono gli spettacoli e i festival.
L’epidemia e tutto quanto ne consegue – dice il presidente – “ci ha colto di sorpresa, ovviamente impreparati”. Solo gli operatori attivi in ambito formativo sono riusciti a tenere vivo il loro impegno, mantenendo ancora un contatto con gli allievi attraverso i corsi mentre sono state duramente colpite le attività più tradizionali. La ripartenza – spiega Stratta – passa “inevitabilmente attraverso il digitale”. L’idea è quella di sfruttare piattaforme in streaming per allargare la platea del pubblico. “Lo streaming non danneggerà lo spettacolo dal vivo o il circo, ma dovremo passare giocoforza attraverso una fase di produzioni online”, ripete il presidente di Acci.
“Se sapremo gestire questa fase, darà grande visibilità e valore alla nostra arte, che potrà essere quindi fruita senza confini. Questo è un momento da cogliere per mettere sotto i riflettori le nostre qualità artistiche e competenze, la nostra bravura. Vedo questa fase come promozione: da un lato di sofferenza, dall’altro un momento di preparazione e di rilancio”.
Stratta parla di un hackathon della Commissione Europea con esperti di livello internazionale che sta valutando l’ipotesi di una “piattaforma legata allo spettacolo dal vivo”, per la pubblicazione sul web di “tutti gli eventi di spettacolo dal vivo che possono essere messi in scena da singoli interprete”. “Questo progetto che ricercatori internazionali stanno realizzando in questi giorni – spiega – è un prototipo di piattaforma che mette in contatto l’artista al pubblico arrivando a formulare proposte di monetizzazione. Se riusciremo a vendere la presenza a cifre simboliche anche di 2 o 3 euro a una platea potenzialmente infinita come quella del web, il gioco sarà fatto”.
Per l’Acci insomma non c’è un rischio di scontrarsi con la tradizione. La Fondazione Cirko Vertigo di Grugliasco, Torino, diretta da Stratta, ha già lanciato il progetto di una nuova piattaforma per le esibizioni (Nice, Network for International Circus Excellence) e un’iniziativa (“Solo in teatro”) che prevederà una messa in scena senza pubblico.
“In questo momento credo che la tecnologia venga in soccorso dell’arte, in piena continuità con quella che è stata la tradizione del circo. Il circo alla sua nascita è stata un’arte di grande innovazione. Sotto i tendoni del circo Zamperla sono state proiettate le prime immagini cinematografiche. Non bisogna confondere la magia dell’evento di contaminazione fisica tra attore e spettatore con la possibilità di portare innovazione”.
Ovviamente non manca l’amara analisi dello status quo. Viene giudicato positivamente l’intervento del governo e in particolare del Ministero dei Beni Culturali per lo Spettacolo, a partire dai 130 milioni di risorse del decreto Cura Italia. Ma si guarda ai prossimi mesi con “ansia”. Poi continua: “Va bene aver messo a disposizione gli ammortizzatori sociali per tutte le categorie. Sicuramente i 130 milioni di euro del Ministero sono importanti, ma bisogna entrare nel merito di come verranno spacchettati. Per adesso siamo contenti. Abbiamo visto che 20 milioni di euro sono stati destinati subito a quelle realtà che avevano meno tutele, anche lo spettacolo viaggiante e ai soggetti non FUS. Bisogna capire come concretamente tutto si concretizzi”.
“La speranza inoltre – prosegue Stratta – è che dei 50 milioni in finanziamento in conto capitale non tutto finisca al cinema. Tra le organizzazioni che dovranno digitalizzarsi e fare investimenti con ammortizzamenti pluriennali ci saranno tanti anche i teatri, i circhi, il festival. Noi come Acci indichiamo la necessità che vengano destinate quote di questi 50 milioni per investimenti in conto capitale anche per il nostro settore. Anche chi lavora con una certa mobilità ha bisogno di dotarsi di infrastrutture importanti”.
Il peso dello stop alle attività è pesante soprattutto per la rilevanza di entrate legate alla presenza di spettatori. “Le compagnie vivono molto di biglietteria, come i teatri, i festival. Il 40-50% per cento del finanziamento è venuto mero ma il grosso delle spese è rimasto costante”. Ovviamente le difficoltà riguardano anche i singoli artisti. “Il bonus di 600 euro che diventeranno 800 sono certamente una misura apprezzata – continua Stratta – ma non risolutiva. E il circo contemporaneo non è un settore che genera profitti tali da poter vivere di rendita per mesi senza andare in scena”.
Come spiega il presidente Acci nel circo contemporaneo lavorano almeno un migliaio di professionisti direttamente. Alcune migliaia di persone se si considera l’indotto. “Dietro al singolo numero di un artista di circo ci sono rigger, fonici e altri tecnici. Per la messa scena di un’opera c’è un indotto rilevante”. L’impatto è enorme anche per gli eventi: dal festival “Circumnavigando” di Genova a “Sul filo del circo” di Grugliasco, dal “Mirabilia” di Fossano al “Cirk Fantastik” di Firenze, dal “Dinamico Festival” di Reggio Emilia a “Tutti matti per Colorno” “Tendenza clown” o “Pennabilli”.
Le manifestazioni o sono state annullate o sono in bilico o si lavora a una loro presentazione in streaming. Con la certezza che per limitare il rischio di contagio nemmeno nei prossimi mesi si vedranno luoghi affollati.
“Viviamo con apprensione e difficoltà il ritorno alla normalità. Per noi la fase 2 di fatto non esisterà. La fase 3 arriverà chissà quando. Alcuni di noi con coraggio stanno prendendo delle decisioni anche abbastanza radicali”. Come quella della trasmissione online, appunto. Ma senza mai dimenticare il valore del pubblico, insostituibile. “Nel circo contemporaneo l’artista si mette a disposizione del pubblico, corre un rischio personale, rischia la propria vita e si dona al pubblico, ma se questo dono dovesse passare solo dallo schermo sarebbe comunque doloroso”.