12.05.2020 – In un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, Carlo Fontana, Presidente AGIS, parla delle possibili riaperture dei luoghi di spettacolo all’indomani del parere espresso dal Comitato Tecnico Scientifico e dell’incontro avuto con il ministro Dario Franceschini.
“Rimettere in moto la macchina dello spettacolo dal vivo e anche delle sale cinematografiche in poco tempo, e cioè nella prima settimana di giugno, è difficile. I paletti fissati dagli esperti non sono compatibili con le nostre esigenze”.
Il presidente dell’Associazione generale dello spettacolo Carlo Fontana, all’indomani del parere espresso dal Comitato tecnico scientifico per garantire le misure di sicurezza contro il rischio Covid-19, affida un documento di riflessione al ministro Franceschini, in attesa di un nuovo appuntamento di carattere tecnico coinvolgendo anche gli enti locali.
“Innanzitutto — afferma Fontana — prima di possibili riaperture, dobbiamo poter accedere ai nostri uffici per riattivare servizi, pianificare le prove, riavviare l’attività produttiva necessaria all’esecuzione e anche alla proiezione. Ma una cosa a mio avviso è certa: così a breve, per quanto riguarda teatri di prosa e lirici, si può pensare solo ad attività outdoor, nelle arene, nei festival come per esempio quello di Ravenna, che sarebbe un bel segnale di vitalità del settore. Per gli spettacoli al chiuso, è necessaria una ripresa più graduale: le uniche cose che adesso si potrebbero fare, sono concerti da camera o monologhi, oppure assoli di danza. L’obbligo delle mascherine per musicisti, attori e cantanti ci pare in molti casi inapplicabile. Mentre invece per il cinema forse le multisale potrebbero riaprire, sono più gestibili, avendo più schermi e quindi diluendo il pubblico”.
C’è, infatti, poi la questione del numero di presenze, tra artisti e spettatori, indicato sempre dal Cts: 200 al chiuso, i000 all’aperto, compresi i lavoratori, le maestranze e servizi di sala. “Riaprire un teatro, limitandone fortemente gli accessi, significa non garantire la sostenibilità economica dell’attività stessa — ribatte Fontana — Basti pensare alle fondazioni lirico-sinfoniche che andrebbero oltre la soglia dei 200 solo con orchestra, coro e tecnici. Solo i cinema, semmai, avendo meno personale impegnato in loco, potrebbero rispettare il contenimento. Insomma, è assolutamente necessario tornare ad operare, e che ci sia l’ok a ripartire da giugno è comunque un buon risultato, visto che fino a qualche tempo fa si affermava che i teatri sarebbero stati gli ultimi a rialzare il sipario. E un modo per ridare fiducia ai lavoratori e speranza ai cittadini di tornare in luoghi simbolo della socialità. E noi siamo pronti a farlo, nel più breve tempo possibile, ma bisogna fare i conti con la curva del contagio e navigare a vista”.