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CORONAVIRUS: ANTAC, COMPLICATO RIAPRIRE CON LIMITE 200 SPETTATORI

25.05.2020 – “E’ sicuramente positivo che il 15 giugno si possa ripartire, ma il mondo dello spettacolo dal vivo è composto da protagonisti diversi tra loro, e non tutti, con queste regole, saranno in grado di farlo”.

In un’intervista all’AGI, Ruggero Sintoni, presidente di Antac, l’Associazione nazionale teatri stabili contemporanei premette che le imprese degli spettacoli dal vivo puntano a dare un segnale preciso, quello “di non voler rimanere chiusi in attesa di sovvenzioni”.

Ma diversamente dai grandi festival estivi che seppur con presenze contingentate potranno ripartire, per il teatro privato sarà più complicato (per una questione di sostenibilità a partire dai costi relativi agli impianti di condizionamento), a meno, spiega, di non poter contare su spazi all’aperto concessi dagli enti locali: “Le 200 persone consentite ad un teatro privato a vocazione pubblica di 700 posti non consente la riapertura quest’ estate”.

Sintoni confida che le indicazioni per gli spettacoli all’aperto e per i cinema contenute nel Dpcm siano modificate nei successivi interventi a cura di Regioni, governo e ministero (il 22 sera la Conferenza delle Regioni ha approvato e quindi inviato al governo l’integrazione delle linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive, chiedendo un confronto immediato per la scheda relative a “cinema e spettacoli dal vivo” ) e che le modifiche tengano conto delle osservazioni già inviate dall’Agis il 13 maggio al ministro dello spettacolo Franceschini, dove si sosteneva appunto l’insostenibilità del limite delle 200 persone nei luoghi al chiuso e, tra i vari punti, quella della mascherina per gli artisti.

“Sono misure inapplicabili, spero che alla fine prevalga il buon senso e che chi suona i fiati, ad esempio, possa essere protetto dal plexiglass”, osserva Sintoni, felice comunque che si possa prevedere una riapertura già il 15 giugno: “Due mesi fa non l’avremmo mai contemplato, si parlava di fine anno”.

Confidando nella fine dell’emergenza a fine luglio, al governo chiede un cronoprogramma che “in base all’andamento epidemiologico, ci consenta di riaprire più agevolmente dall’autunno” e se così non fosse, “di prevedere dei ristori. L’Italia non può rimanere senza teatro”.