24.06.2020 – Di seguito una sintesi (dopo quelli già pubblicati di FEDERVIVO e ANFOLS) degli interventi delle Associazioni aderenti all’AGIS nel corso dell’audizione di ieri in Senato presso la VII Commissione.
PLATEA
“La pandemia – ha sottolineato Filippo Fonsatti, Presidente di PLATEA – Fondazione dei Teatri Nazionali e Teatri di Rilevante Interesse Culturale – ha fatto emergere una questione troppo a lungo elusa. La vulnerabilità del comparto dello spettacolo dal vivo e la sua fragilità si è mostrata in tutta la sua evidenza con un impatto devastante sia sull’occupazione che sulla continuità aziendale”. “Gli interventi del Governo – ha continuato – sono stati rilevanti per superare la fase acuta ma siamo certi che non basteranno se non seguirà un piano a medio lungo termine che sappia davvero sostenere il settore in modo strutturale con adeguati investimenti pubblici”. “Lo stato italiano destina attraverso il FUS allo spettacolo dal vivo lo 0,030% del PIL. Una percentuale irrisoria, spesso insufficiente per garantire la sopravvivenza delle nostre imprese e delle nostre istituzioni. Un paese che non investe in certi settori è inevitabilmente destinato al declino”. “Le nostre istituzioni sono la colonna vertebrale dello spettacolo dal vivo, rappresentano un presidio culturale, diffuso su ogni territorio. Siamo organizzazioni ben strutturate ed in equilibrio contabile, produttive e capaci di realizzare una vendita di 2,5 milioni di biglietti”. “Teatri nazionali e Tric chiedono quindi una buona parte del fondo emergenza per ristorare il deficit prodotto dal lockdown ed in vista della ripresa autunnale che imporrà uno sforzo economico impressionate”. “Usciamo – ha concluso Fonsatti – da questo incubo reinventando un paese che non punti solo alla sopravvivenza ma che sappia garantire la rinascita di un settore che rischia di non rialzarsi. Puntiamo davvero a pensare alla cultura non soltanto come patrimonio ma come capitale di sviluppo sociale ed economico.
ANTAC
Ruggero Sintoni, Presidente di A.N.T.A.C. – Associazione Nazionale Teatri Stabili d’Arte Contemporanea, nel suo intervento ha sottolineato come “essendo l’Associazione ricca di imprese private e cooperative, il periodo di chiusura rischia di portare al ‘rischio d’impresa’. “Chiediamo – ha aggiunto – che si mettano in azione tutte le possibili norme per prefigurare una riapertura dei teatri senza contingentazione. Quello che ha fatto lo Stato è importante, ma il vero problema dei lavoratori si risolverà solo nel momento in cui i teatri saranno riaperti. I centri di produzione rappresentano lo scheletro portante del teatro italiano. Non chiediamo solo assistenza ma una data certa di riapertura non contingentata.
ATIT
“I teatri di tradizione – ha sottolineato nel suo intervento Luciano Messi, Presidente ATIT – Associazione Teatri Italiani di Tradizione – sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il FUS li sostiene per il 17% e i fondi pubblici tra il 50 e il 60%. Rispetto alla situazione attuale certamente le azioni del governo ci hanno aiutato. Un momento di criticità è stato invece quello inerente alla normativa che riguarda che i voucher, che chi hanno trasformato in una specie di sportello di reclamo”. “I teatri di tradizione chiedono un quadro certo che oggi è ancora impossibile avere. Serve un confronto sul DM che regolerà il FUS 2021 ed una data sulla riapertura non contingentata della sale”. “Chiediamo – ha concluso Messi – interventi di detraibilità fiscale ed un rilancio del ruolo del teatro nella scuola, una campagna di sensibilizzazione a favore dello spettacolo dal vivo. In conclusione il settore necessita di una riforma organica”.
ICO
Marco Parri, Presidente ICO – Associazione Nazionale Istituzioni Concertistiche Orchestrali, ha ricordato in apertura del sui intervento “gli effetti positivi derivanti dal sostegno del Governo”. “Quello che ora riteniamo importante – ha continuato – è la velocita da parte delle istituzioni a sostenerci economicamente valorizzando azioni di sistema in ambito culturale, scolastico, e turistico. Abbiamo bisogno delle risorse per il 2021 perché sarà un anno difficile, così come riteniamo necessari nuovo criteri di ripartizione del FUS che non si basino sulla quantità ma sulla qualità”. “Altro aspetto – ha concluso – quello di creare un fondo che permetta di ristrutturare i teatri per permetterci d svolgerci un attività che attiri maggiore pubblico a seguire degli spettacoli come i concerti”.
ASSOMUSICA
“Siamo di fronte a una perdita di fatturato di oltre 650 milioni di euro con una perdita di indotto di 1,6 miliardi e con una filiera di aziende e di lavoratori fatta di 250 mila persone, la maggior parte prive di tutele e di contratti che possano consentire la sopravvivenza”. Lo ha detto il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera. “Siamo stati i primi a chiudere e non si sa quando riapriremo. Continuiamo a essere discriminati dal fatto che ancora si considera la musica contemporanea popolare come musica leggera”. Per quanto riguarda le aziende, “abbiamo la necessità di capire dove e come poter lavorare. C’è una grande discriminazione per il comparto dello spettacolo dal vivo soprattutto per le riaperture che sono considerate in maniera estremamente restrittive per chi usa le sale rispetto ai luoghi all’aperto”. La cultura, in Italia come in Europa – ha concluso Spera -, “è l’unica infrastruttura che nessuno ci può comprare, per cui bisogna iniziare a ragionare su come finanziarla al pari delle altre infrastrutture”.
AIDAF
“La chiusura totale delle scuole di danza private ha determinato un danno economico enorme e se non si prevederanno degli aiuti molte saranno a rischio chiusura”. Lo ha detto nel suo intervento Amalia Salzano, presidente AIDAF – ASSOCIAZIONE ITALIANA DANZA ATTIVITÀ DI FORMAZIONE. L’Aidaf ha chiesto “a gran voce un fondo straordinario per le scuole di danza finalizzato al ristoro dei mancati introiti per le chiusure forzate. Chiedo fortemente a questa commissione di sostenerci in questa richiesta”.
AIDAP
Il settore privato della danza si era avvicinato al 2020 “equipaggiato con un’operosità in crescita. Il periodo appena trascorso ha invece reciso programmazioni con un orizzonte di almeno una stagione con gravissime ripercussioni fino almeno all’intero 2021”. Ha esordito così, nel corso del suo intervento, Valentina Marini, presidente di AIDAP – Associazione Italiana Danza Attività di Produzione. “Esiste un variegato universo di attività produttive e professionali di compagnie private – ha ricordato Marini – che spaziano dal classico, al moderno, al contemporaneo e con diverse modalità di produzione che vanno dalla compagnia di autore all’impresa di produzione. Queste realtà vengono spesso cannibalizzate nel dibattito pubblico sul settore”. L’Aidap chiede quindi che “siano prolungati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dello spettacolo dal vivo finché il settore non potrà riprendere appieno l’attività”.
ADEP
“Salutiamo con grande apprezzamento l’impegno del governo con il Dl Cura Italia e il Dl Rilancio, ma non possiamo nascondere la preoccupazione non soltanto per il 2020 ma anche per il 2021”. Lo ha detto Patrizia Coletta, vicepresidente ADEP – Associazione Danza Esercizio e Promozione. Nel 2019, ha ricordato Coletta, “sono stati realizzati da nostri associati 7.575 spettacoli distribuiti in 659 spazi con il coinvolgimento di 549 comuni e la partecipazione di 1.600.000 spettatori. Non meno di due terzi di queste attività sono state sospese e peseranno sull’intera filiera produttiva, l’indotto, l’impatto sul territorio e gli spettatori”.
ANESV
Maurizio Crisanti, segretario nazionale ANESV – Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti e Parchi ha ricordato come “il periodo del lockdow è sia stato ovviamente duro per il nostro settore. I Luna Park che normalmente erano aperti per Carnevale si sono trovati a dover chiudere. Il Governo ha elargito a sostegno del settore 5 milioni di euro”. “Oggi – ha continuato – ci sono dei complessi che hanno riaperto ma la stagione è compromessa. Riteniamo necessario un provvedimento che riduca la responsabilità dei sindaci di decidere le aperture dei Luna Park”. “Inoltre – ha concluso – chiediamo l’abbattimento dei costi su suolo pubblico dal momento che proprio lì molte delle nostre attività sono normalmente installate”.
ANAP
“Il 50% degli eventi è stato annullato, pari a 100 manifestazioni tra cui le più grandi e le più complesse. Stimiamo un danno di 15/20 mln di euro ripartito su almeno 300 compagnie di produzioni, circa un migliaio di artisti”. Lo ha detto Alessio Michelotti, direttore DELL’ANAP – ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARTI PERFORMATI. Per Anap, “l’emergenza Covid ha portato in evidenza problematiche enormi per le realtà che operano nell’ambito dello spettacolo urbano”. Lo spettacolo urbano “sviluppa economia, rafforza l’identità della comunità ma spesso viene percepito come arte minore”. In occasione del nuovo codice dello spettacolo, quindi, “sarà necessario esplicitare il sostegno allo spettacolo urbano, riformare il FUS nel senso di una maggiore apertura verso queste discipline e definire le figure professionali della arti performative”, ha concluso.
ARTI
Sante Levante, rappresentante di A.R.T.I. – Associazione delle Reti Teatrali Italiane, ricordando la capacità dell’Associazione di essere molto capillare e produrre un’attività multidisciplinare. “Nel solo anno 2019 – ha sottolineato – abbiamo prodotto un volume di attività di circa 49 milioni di euro. La grossa fetta di risorse gestite dai circuiti va a favore direttamente del settore produttivo”. “Gli effetti della crisi provocati dalla chiusura dei teatri – ha continuato Levante – si è prodotta in una perdita di quasi il 45% della programmazione e in termini economici sono stati bruciati praticamente 22 milioni. “Chiediamo – ha concluso – di estendere lo stesso meccanismo di erogazione e assegnazione del FUS previsto per il 2020 anche al 2021 e che vengano definite quanto prima le modalità di impiego del fondo emergenza dello spettacolo”.
ITALIAFESTIVAL
Francesco Maria Perrotta, Presidente ITALIAFESTIVAL, ha posto l’accento sulla ripartenza. “Abbiamo salvato il salvabile – ha esordito – come dimostrato, il 21 giugno, al Ravenna Festival. Chiaramente abbiamo delle evidenze da sottoporre. In primis il rapporto con i Comuni, dal momento che c’è il rischio di perdere alcuni stanziamenti che potrebbero mettere a repentaglio alcuni festival. Chiediamo quindi che i Comuni vengano sostenuti. Il secondo aspetto è il binomio fra turismo e cultura. A questo scopo abbiamo lanciato sulla piattaforma italiafestival.tv un progetto attraverso il quale 21 eventi potranno essere seguiti in streaming. Sarebbe opportuno un sostegno per potenziare il progetto”. Concludendo, Perrotta ha sottolineato “la necessità dell’esenzione IRES quanto meno per il 2020 e il 2021”.